Retargeting, cos’è e come funziona

Probabilmente avrai già sentito sentito parlare del retargeting e letto righe su righe sulla sua efficacia in ambito advertising.
Ma ti sei mai chiesto cosa c’è dietro, come funziona davvero?
Che cos’è il retargeting
Il retargeting è una forma di pubblicità online che permette di raggiungere gli utenti che hanno già mostrato interesse per la tua offerta, ma che hanno interrotto il percorso d’acquisto.
In pratica si tratta di inserzioni che riescono ad agganciare l’interesse del potenziale cliente per stimolarlo a finalizzare la conversione.
Ti sarà capitato almeno una volta di imbatterti in un annuncio che ti ha convinto a tornare sul sito web che avevi abbandonato pochi minuti prima.
Questo è proprio il retargeting , niente di più, niente di meno.
Beh, quasi.
Che si tratti di ritornare al checkout dopo aver abbandonato il carrello o di decidersi a lasciare la mail per ricevere la newsletter una volta a settimana… Il retargeting è estremamente efficace per colpire utenti in target e contatti recenti.
Retargeting e remarking: le differenze
Chiariamo fin da subito la differenza tra remarketing e retareting, che vengono troppo spesso confusi e scambiati tra loro: non sono la stessa cosa.
- Retargeting: tutte le campagne display o annunci online mostrati solamente a chi ha già visitato il sito web;
- Remarketing: segue lo stesso principio del retargeting, ma insiste nell’invio di e-mail.
La differenza sta nella strategia: annunci pubblicitari da un lato, e-mail promozionali dall’:altro.
Ma come funziona?
Come funziona il retargeting
Il tracciamento delle attività dell’utente sul sito web è il cuore pulsante del retargeting .
Sì, perché è proprio questo il segreto di una personalizzazione così estrema e mirata degli annunci.
Funziona così:
- Si inserisce una piccola porzione di codice all’interno del sito web, invisibile all’utente e che non infierisce su prestazioni o velocità;
- Il codice rilascia al browser su cui sta navigando l’utente un cookie (totalmente anonimo) che racchiude in sé tutte le informazioni sull’attività di navigazione del potenziale cliente;
- Si creano delle apposite liste di retargeting, di cui si possono scegliere condizioni e tempistiche;
- Google Ads lavora di retargeting creando ads pertinenti e personalizzati in base alle informazioni ottenute.
Possiamo dire, quindi, che il lavoro del biscottino non è altro che suggerire la giusta via per la personalizzazione dell’annuncio pubblicitario.
A proposito di questo, scendiamo nel dettaglio.
Remarketing dinamico e Google Ads: come funziona?
Implementare gli annunci di remarketing dinamico è una mossa particolarmente strategica in ottica di crescita, espansione e fidelizzazione.
In effetti, se il remarketing consente di mostrare agli utenti annunci personalizzati, il remarketing dinamico di Google Ads fa un deciso passo avanti.
Si tratta di una tecnica che ti permette di mostrare ai visitatori inserzioni pubblicitarie relative ai singoli prodotti e servizi visualizzati in precedenza nel tuo sito web.
A differenza del retargeting classico, il remarketing dinamico sottopone agli utenti annunci specifici relativi ai prodotti consultati.
Facciamo un esempio con un e-commerce di abbigliamento.
Una persona naviga sul tuo sito web, clicca su una borsa firmata, seleziona il colore, il modello e la misura.
Non finalizza l’acquisto, ma esce dal tuo sito e continua la navigazione altrove.
Attivando l’opzione di retargeting classico, la persona vedrà apparire degli annunci generici di borse che la riporteranno al tuo sito web.
Nel caso del remarketing dinamico, invece, la persona vedrà un annuncio che riporta specificatamente la borsa vista in precedenza, con il colore, modello e misura selezionate.
L’obiettivo, in entrambi i casi, è lo stesso.
Recuperare gli utenti, trasformarli in prospect spingendoli a tornare sul tuo sito web e portare a termine l’azione che avevano precedentemente iniziato.
Va detto però che, alla luce delle nuove funzioni introdotte, il remarketing dinamico risulta essere maggiormente efficace, specialmente in ottica B2C.
Come creare annunci di remarketing dinamico?
Per iniziare a utilizzare gli annunci di remarketing dinamico su Google Ads dovrai:
- creare un feed di prodotti o servizi estremamente dettagliato.
In campo Google Ads, il feed è un file in formato .csv, .tsv, .xls o .xlsx che contiene tutte le informazioni relative a ciascun articolo, come prezzo, immagine e ID univoco.
Tutti questi dati verranno utilizzati per creare le inserzioni: ecco perché è necessario creare dei feed completi, uno per ciascuna lingua o valuta utilizzata.
Inoltre, se sei un rivenditore, ti basterà caricare il feed all’interno del Merchant Center.
In caso contrario, invece, il feed dovrà essere inserito nella sezione dei dati aziendali della libreria condivisa.
- inserire il tag di remarketing dinamico, con tutti i parametri del caso, all’interno di tutte le pagine del tuo sito web.
Come già accennato, questo tag (stringa di codice) aggiungerà gli utenti del tuo sito web all’apposita lista remarketing, associandoli agli ID degli articoli (vedi punto precedente) visualizzati.
Devi sapere inoltre che gli annunci di remarketing dinamico sono disponibili per la rete display, Performance Max e per applicazioni mobile.
Utilizzare il remarketing dinamico di Google Ads, inoltre, ti permette di:
- impostare annunci che coprano l’intero inventario dei tuoi prodotti o servizi;
- creare feed estremamente efficaci, grazie alla capacità di Google Ads di estrarre i prodotti/servizi migliori per ciascuna inserzione, in base anche a ciò che l’utente ha visitati in precedenza;
- creare (e optare) per i layout visivi più efficaci;
- ottimizzare le offerte in tempo reale, grazie al sistema di CPC ottimizzato.
Cookie di terze parti: come cambierà con il retargeting
A partire dal 2022 anche Google, sulla scia di Safari e Firefox, vieterà l’utilizzo dei cookie di terze parti per proteggere la privacy degli utenti.
Ciò causerà un’inevitabile cambio di rotta in termini di retargeting, perché non sarà più possibile tracciare le attività di navigazione sui siti web.
Si virerà verso un approccio più statistico, seguendo la più classica suddivisione in liste target: è quindi probabile che la precisione e l’efficacia delle campagne di retargeting, diminuirà.
Retargeting Facebook
Subito un po’ di dati.
Facebook è il social più usato a livello globale, con ben 2,96 miliardi di utenti attivi registrati nel quarto trimestre del 2022.Non male, vero? E c’è di più.
Grazie al pixel, avviare una campagna di retargeting su Facebook significa rivolgersi all’audience interna al social e anche ai visitatori del sito web.
Il pixel di Facebook, o per meglio dire di Meta, è un codice JavaScript da inserire all’interno della pagina che scegli di monitorare per analizzare il comportamento degli utenti.
In poche parole, sarai in grado di raggiungere i potenziali clienti che hanno visitato il tuo sito web, la tua app, il Marketplace o Instagram Shopping.
In pratica vengono registrate tutte le azioni svolte sul tuo sito web, così da avere una analisi concreta e diretta del funnel di vendita.
Le opzioni sono:
- Promozione di prodotti a utenti che li hanno aggiunti al carrello senza acquistarli;
- Azioni di upsell di prodotti visionati dal tuo catalogo;
- Azioni di cross sell;
- Combinazione personalizzata, in base alle visite e alle azioni degli utenti;
- Monitorare in modo approfondito tutti i dati e le statistiche relative alle inserzioni.
Per essere più precisi, il Pixel di Meta permette di monitorare le conversioni in 3 modi diversi:
- eventi standard, vale a dire tutte le azioni eseguite dai visitatori (ricerca, acquisto e visualizzazione) definite da Facebook;
- eventi personalizzati, ovvero tutte le azioni eseguite dai visitatori definiti dall’inserzionista che non rientrano negli eventi standard;
- conversioni personalizzate, cioè tutte le azioni eseguite dai visitatori che vengono monitorate direttamente analizzando gli url del sito di riferimento.
Nel dettaglio, le conversioni personalizzate risultano particolarmente utili per ottimizzare una campagna di advertising, massimizzandone, naturalmente, l’efficacia.
Ma non è tutto.
Devi sapere che con l’aggiornamento a iOS 14.5, Apple ha reso obbligatorio il consenso da parte degli utenti di tracciare la loro attività, sia nelle app che nei siti web di proprietà di terzi.
Di conseguenza, la quantità di dati e di informazioni da poter tracciare con il Pixel di Meta è diventata molto più limitata.
Dal 5 maggio 2021, infatti, si può installare il Pixel di Meta solo e unicamente all’interno dei siti web di cui sono proprietari.
Vantaggi del retargeting
- Migliorare il ROI: investirai budget su annunci mirati esclusivamente a un pubblico già interessato, con buone probabilità di conversione;
- Slanciare l’awareness del brand e migliorare le conversioni: tieni a mente che gli annunci di retargeting sono quelli con un tasso di click e di conversioni piuttosto elevati?
- Raggiungere un pubblico in target, che ha espresso un interesse di recente verso la tua offerta;
- Intercettare l’utente nel giusto touchpoint;
- Implementare il cross-selling.
Conclusioni
Conoscere a fondo la buyer persona e il customer journey è essenziale per creare annunci efficaci, e su questo non ci piove.
Immagina di poter letteralmente cucire addosso ai tuoi potenziali clienti la tua inserzione. Magari sapendo già dove mirare per agganciare l’interesse.
Potrebbe essere piuttosto utile, non credi?
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